È permesso? Relitti di vita privata in casa Ratti a Crana Malvaglia - Milano - Parigi

Atelier Tita Ratti - Malvaglia
Dettagli
Data

Dal 22 dicembre 2024
al 30 marzo 2025

3h 30m

Orario

Dalle 14:30
alle 18:00

È permesso? Relitti di vita privata in casa Ratti a Crana Malvaglia - Milano - Parigi

dal 22 dicembre 2024 al 30 marzo 2025

Un'eredità che sorprende. La materia del novecento: dal vetro alla plastica, dalla seta al polyester, cent'anni di oggetti comuni e a volte straordinari.
Esposizione e testi a cura di Caterina e Giulio Foletti

GIORNI E ORARI D'APERTURA
Domenica 22 sabato 28 - domenica 29 dicembre -
lunedì 6 gennaio 2025

dalle 14.30 alle 18.00

IN SEGUITO

Tutte le domeniche di gennaio,
febbraio e marzo 2025,
dalle 14.30 alle 18.00

APERTURE E VISITE FUORI ORARIO SU APPUNTAMENTO
info@ateliertittaratti.ch

Quando le circostanze impongono di sgombrare un'abitazione, si viola inevitabilmente l'intimità delle persone che hanno vissuto tra quelle mura. Gli oggetti quotidiani (gli abiti, le  stoviglie, i documenti, i mobili e gli arredi, le mille suppellettili che accompagnano e raccontano la vita...) perdono il loro contesto domestico, e sono valutati non tanto per il loro valore pecuniario, quanto per la loro storia, per il loro significato culturale e per il pregio affettivo.
La scelta di conservare o meno l'eredità materiale di chi ci ha preceduti dipende sostanzialmente da questo esame, spesso disagevole (chi ha tempo da perdere e il posto per ricollocare?) e, per questo, il più delle volte evitato. ça va sans dire che la cultura contemporanea, vorace e smemorata, esige per sua intrinseca natura la benna semplificatrice.
Con questa consapevolezza la Fondazione ha deciso di procedere allo svuotamento della casa della famiglia di Angelo Ratti (1855-1922), emigrato a Milano dove fece fortuna avviando un rinomato negozio di frutta in Via Montenapoleone. Scomparso il fondatore, la casa (un cubo luminoso abbarbicato sul pendio vignato) fu costantemente abitata dai suoi discendenti, in particolare da Angelo jr (1894-1980), da Lucia (1900-1987), da Titta (1896-1992) e da Elisa (1908-2002).
Messi al sicuro nel 2003 i gessi, i disegni e le opere dell'artista, salvo sporadiche presenze estive di una nipote milanese, la casa fu abbandonata. Nel 2023 la proprietà fu acquisita dalla Fondazione che fu subito confrontata con problemi di conservazione (vegetazione esuberante nel giardino; all'interno umidità onnipresente). I materiali raccolti (i raffinati indumenti e le stoffe, le carte con i libri e le fotografie private, le stoviglie e gli utensili...), dispersi tra mille cianfrusaglie accuratamente stipate nei bauli e negli armadi sparpagliati nelle gelide stanze fino al solaio, raccontano di una famiglia spartana ed eclettica (la cultura artistica, gli umili mestieri per campare, l'alpinismo e i viaggi...), equamente divisa tra l'eleganza e i modi di vita di Milano e di Parigi e l'arcaica realtà rurale di Malvaglia e della sua valle, letta con uno sguardo disincantato e benevolo e vissuta con disinvoltura e autenticità.
Era una trama esistenziale tipica dell'emigrazione novecentesca, dove spiccano le figure di Titta Ratti (scultore, l'intellettuale di famiglia) e di Elisa (la donna forte e attiva che garantiva il buon andamento della casa). Cristallino era l'affetto che li legava.

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